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Firenze, i quartieri poveri di Coverciano: un ragazzino batte colpi sulla scrivania perché Unreal Tournament lagga. La scheda grafica è la Nvidia GeForce 2 ma non basta.

Santa Clara, California: un 39enne nato a Taiwan e trasferitosi in America durante l’infanzia, un po’ paffutello, appassionato di videogame e co-fondatore di Nvidia, sta lavorando alla serie GeForce e in segreto sta sviluppando CUDA, il calcolo parallelo per le GPU che rivoluzionerà l’industria e che pubblicherà quattro anni dopo, nel 2006.

La mano batte come un martello pneumatico, i denti si digrignano. La madre del ragazzo sta cucinando una pasta al ragù e quei colpi per lei oramai sono normali. La pasta è quasi pronta.

Oltre oceano la stanghetta centrale degli occhiali da vista di Jensen Huang mostra un segno profondo sul naso, simile al mare che nei secoli corrode la roccia.

Jen si guarda allo specchio e si toglie gli occhiali. Per un attimo si ricorda di avere un corpo; si mette di lato per controllare le lonze ma senza occhiali non vede bene. Si avvicina e si guarda dritto negli occhi, fa un respiro e scrolla via tutto: i progetti, le emozioni, i pensieri–come gli ha insegnato il nonno. Una scarica di paura lo prende per la gola: le giornate di pace, le passeggiate a Taiwan, la gioia infinita di un gelato tutti insieme.

Adesso può sentire le mani di milioni di persone battere sulla scrivania. Milioni di gamer, videomaker, grafici da tutto il mondo battono colpi come grandine che colpisce i tetti.

La mano si muove per rimettersi gli occhiali ma si ferma a metà. –Jen, guardati– dice a sé stesso con la voce del nonno. Per un attimo intravede gli occhi di quando era bambino ma stavolta sono contratti. Quel gelato è caduto, è stato mangiato da un paio di fauci che divorano tutto con lo stesso ritmo di quelle mani che battono sulla scrivania.

La scarica di paura passa dalla gola a tutto l’addome.

Si rimette gli occhiali e torna a sentire i suoni della stanza. Fuori piove, forse grandina.