In breve:
Blue Origin, di Jeff Bezos, si prepara al secondo lancio del razzo New Glenn, che dovrà portare due satelliti NASA verso Marte e tentare nuovamente il recupero del primo stadio dopo il fallimento del test di gennaio. Se il recupero riuscirà, il booster potrà essere riutilizzato già nel 2026 per il lancio del lander lunare Blue Moon Mark 1, parte del programma NASA per il ritorno sulla Luna.
Riassunto completo:
- Blue Origin, l’azienda spaziale di Jeff Bezos, si prepara al secondo lancio del suo razzo New Glenn, da cui dipende una missione NASA diretta verso Marte e, in parte, il futuro programma lunare dell’azienda.
- Il razzo dovrà portare due satelliti NASA per studiare come Marte è passato da pianeta caldo e umido a freddo e secco, e contemporaneamente tentare il recupero del primo stadio, fondamentale per rendere riutilizzabili i futuri lanci.
- Nel primo volo a gennaio, il razzo aveva raggiunto l’orbita ma il tentativo di atterraggio era fallito per un problema ai motori. Gli ingegneri hanno ora apportato sette modifiche tecniche per risolvere la gestione del carburante e dei motori.
- Se il recupero riuscirà, Blue Origin potrà riutilizzare il booster già nel prossimo lancio, previsto per inizio 2026, che trasporterà il primo lander lunare “Blue Moon Mark 1”, un veicolo robotico alto 8 metri capace di consegnare 3 tonnellate di carico sulla Luna.
- Il successo di questo atterraggio è cruciale anche per ottenere la certificazione della Space Force e competere con SpaceX nei lanci militari e scientifici.
- Blue Origin ha costruito pochi booster, puntando su un modello “pochi ma riutilizzabili”, più costoso e rischioso: senza recuperi affidabili, non può aumentare la frequenza dei lanci.
- In prospettiva, i lander “Blue Moon” (Mark 1 e il futuro Mark 2 per equipaggi umani) sono parte del programma NASA per riportare astronauti sulla Luna, ma i ritardi e la concorrenza della Cina rendono il prossimo volo di New Glenn decisivo per il futuro spaziale americano.
Perché è importante?
Questo lancio è fondamentale perché se Blue Origin non riesce a recuperare il razzo si gioca la missione sulla Luna per il 2026, rimandando di altri anni. Inoltre ogni razzo costa centinaia di milioni di dollari e Blue Origin fatica a permetterseli. Ultimo, ma non ultimo, l'azienda ha gli occhi addosso di NASA e Space Force; quest'ultima rilascerebbe una certificazione solo se vede dei successi e un fallimento allontanerebbe Blue Origin anni da SpaceX, che domina già questo settore.
Questo testo è un riassunto del seguente articolo (eng):

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