In breve:
Due famosi hacker white hat hanno scoperto vulnerabilità elevate nei sistemi che stanno dietro a Burger King, Popeyes e altri a livello globale. Sono riusciti ad accedere a dati dipendenti, sistemi di ordinazioni e registrazioni drive-thru. Hanno pubblicato l'intera operazione online e il loro blog è stato oscurato. La vulnerabilità è stata risolta senza dare credito agli hacker.
Riassunto completo:
- Gli ethical hackers BobDaHacker e BobTheShoplifter hanno individuato vulnerabilità "catastrofiche" nelle piattaforme digitali di Restaurant Brands International (RBI).
- Le falle di sicurezza hanno riguardato Burger King, Tim Hortons e Popeyes, interessando oltre 30.000 ristoranti del gruppo a livello globale.
- Le vulnerabilità hanno permesso l'accesso a account dei dipendenti, sistemi di ordinazione e registrazioni audio dei drive-thru con dati personali.
- L'accesso iniziale è stato reso possibile da un'API di registrazione che consentiva nuove iscrizioni e da un endpoint GraphQL senza verifica email.
- I ricercatori hanno ottenuto status di amministratore sull'intera piattaforma tramite una mutazione GraphQL chiamata "createToken".
- Password predefinite come "admin" sono state trovate hardcoded nell'HTML per sistemi di ordinazione e interfacce tablet dei drive-thru.
- È stato possibile accedere ai file audio grezzi delle ordinazioni drive-thru, alcuni dei quali contenevano informazioni di identificazione personale.
- Gli hacker etici hanno informato responsabilmente RBI delle falle, ma l'azienda non ha fornito alcun riconoscimento ufficiale.
I white hat che streammano
Innanzitutto definiamo "white hat": tutti quegli esperti di cybersecurity che attaccano una piattaforma senza scopi malevoli. L'hacking andava molto anche negli anni '90 e duemila ma aveva una forma totalmente diversa. Nessuno avrebbe mai detto oggi di vedere hacker "white hat" che riescono a guadagnare con un audience che li segue online.
Questo testo è un riassunto del seguente articolo (eng):

Alternativa in italiano: non pervenuta