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Dove sta andando Morning Tech?

Un momento per guardarsi avanti e indietro.

All'Isola d'Elba l'aria inizia a farsi molto calda verso le 11 del mattino. Al bar vicino il nostro AirBnb si conoscono tutti per nome ed è possibile notare un'ampia varietà di personaggi del posto — con qualche infiltrazione sarda — spendere cinque minuti, ma anche un'ora o l'intera mattinata, a parlare del più o del meno.

Il ritmo non è calmo, direi più inesistente — se a qualcuno chiedi "Che cosa hai fatto oggi?" ti risponde "Sono stato al bar, ho parlato con Robertino" e magari continua con un aneddoto raccontato dall'amico.

Un ritmo, quello inesistente, che non ricordo da tempo, da quando due anni fa mi sono licenziato dal posto fisso per lanciare Morning Tech.

Oggi mi trovo all'Isola d'Elba e, mentre i miei amici sono in spiaggia, io mi sono trattenuto a casa per adempiere al mio dovere, un dovere che non ho mai mancato e che posso quantificare anche con un numero: stamani è la 323esima rassegna.

Trecentoventitré forse non basta a far comprendere l'impegno perché ognuno di questi appuntamenti ha portato con sé una costante: il sacrificio. Sacrificare la mattinata in spiaggia, la serata a guardarsi un film, le proprie ore di sonno.

Cosa mi porta dunque a non vacillare? A concludere una giornata di lavoro e a mettersi comunque di fronte al computer nel dopo cena inoltrato e preparare una rassegna, registrare un podcast; a spendere tutti i miei risparmi in campagne su Meta?

I soldi? Non ce ne sono, o almeno, sono pochi. I membri Plus affezionati al prodotto — che ringrazio enormemente e che sono un fondamento della mia forza di volontà — sono poco meno di un centinaio e gli abbonamenti hanno un prezzo troppo basso (come è giusto che sia) per diventare una cifra che mi permetterebbe di fare solo MT e quindi di ritrovare alcune ore di sonno.

Cosa mi muove allora è la visione, è quello che vedo nella mia testa e che voglio che diventi realtà.

La posizione dell'Europa nel settore dell'innovazione rispetto al resto del mondo sta diventando sempre più deludente e in Italia siamo tra i paesi meno presenti. La Francia è sicuramente in pole position, con l'IA e qualche verticale sulla robotica, la Spagna sta spolverando le sue terre per ospitare enormi data center, Microsoft e Amazon hanno messo lo zampino anche in UK, e abbiamo nuove startup e aziende degne di nota in Svezia e Germania.

Eppure l'Italia rimane sempre al lato, con incentivi all'imprenditoria molto bassi, se confrontati ai paesi vicini. I talenti poi scappano via.

Perché un talento, un aspirante ricercatore AI, scappa via? Per gli stipendi, certo, ma i talenti oggi hanno tra le mani qualcosa che prima non esisteva, cioè la possibilità di cambiare profondamente l'umanità, a velocità mai viste prima, verso esiti che abbiamo solo letto nei racconti distopici anni '60.

I talenti vivono un'era unica; il pubblico assiste incredulo alla formazione di una nuova intelligenza e al cambiamento radicale delle proprie vite. Tutti attendiamo in silenzio questa famosa AGI e sotto sotto ci chiediamo: "Ma sarà davvero migliore di un essere umano? Qual'è la linea di confine tra sviluppare un computer e sviluppare qualcosa di diverso?".

Ecco dove un giovane neolaureato si emoziona e, con tutta la vita davanti, si imbocca le maniche. Ma perché allora non rimane in Italia?

Il motivo è che le eccellenze tech sono altrove, e un'eccellenza è il frutto di un duro lavoro, il duro lavoro è fatto di talenti mossi da una leadership brillante e motivata. Una leadership è motivata se c'è comprensione dei perché: perché investire tutto ciò che abbiamo sull'IA?

L'intelligenza artificiale è l'ennesima tecnologia o è una scoperta ai livelli dei principi della fisica, che abbraccia tutti i settore del mondo e che progredisce a velocità mai viste prima?

È sufficiente che qualche azienda ci lavori o è necessario renderla la priorità numero uno perché altrimenti ci ritroveremo completamente fuori dai giochi o schiavi e dipendenti dagli altri.

Il "made in Italy" e i successi italiani della nostra storia sono noti a tutto il mondo. Vorrei riportare il forse banale esempio del Rinascimento solo per dire che dietro gli artisti c'era un forte movimento culturale: l'Umanesimo veniva raccontato in tutte le salse, e i talenti si sentivano parte di un qualcosa, allora le vie di Firenze o di Roma diventavano luoghi di altissima caratura artistica.

Ecco il punto di giuntura a cui voglio arrivare, perché non è stanziando fondi o facendo leggi che si cambiano le carte in tavola ma toccando la consapevolezza culturale di ogni individuo. Ognuno deve comprendere gli anni in cui sta vivendo.

Gli entusiasti del mondo tech devono sapere come sta cambiando l'umanità, e di questi, qualche talento accenderà una fiamma dentro. Quella fiamma cercherà una casa e quella casa è tenuta in piedi dalla cultura.

Per tornare al titolo di questo post, "Dove sta andando Morning Tech?": la verità è che ho bisogno di investitori. In un anno e mezzo siamo cresciuti a quattro mila persone, almeno ogni settimana qualcuno mi scrive e-mail o messaggi personali che mi fanno sentire parte di un gruppo presente e conosco dozzine di persone che mi dicono che MT è la loro routine mattutina.

Adesso servono investitori, una linea che non ho mai voluto abbracciare ma perché? I soldi ci permetterebbero di fare contenuti di qualità e di raggiungere tante più persone; se rimango al mio ritmo la crescita è semplicemente troppo lenta, e io rischio il burnout.

Ho tenuto duro trecentoventitré volte e adesso voglio che MT diventi una realtà grande e presente: voglio ispirare le persone e voglio avere fiducia in un paese che spessissimo ha dimostrato eccellenze indiscutibili.

Detto ciò, odio fare pubblicità in fondo a un testo che ho scritto col cuore, ma il supporto che mi dà una tua membership è senza paragone. Ho nascosto quindi qui in fondo un'offerta temporanea del 40% sull'annuale e del 20% sul mensile. Non sei assolutamente obbligato ma se vuoi esprimere il tuo sostegno sappi che questo fa davvero la differenza.

Per chi è già Plus, ancora grazie, e vorrei dire che tutto ciò che hai letto sopra lo stai rendendo tu realtà, con il tuo supporto.

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