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Le aziende che ci vendono sogni

E perché gli analisti parlano di bolla.

Il rilascio di NEO, il robot umanoide di 1X, è stato tra gli eventi più importanti dell'anno, potrei dire insieme ai Ray-Ban Meta Display, se prendiamo in considerazione solo le release di prodotto.

Il primo, NEO, rappresenta il futuro della robotica umanoide e la realizzazione concreta di quello che fino a adesso è sempre stato un "sogno Sci-fi". Il secondo prodotto, i Ray-Ban Meta Display, segnano l'inizio di un'era in cui lo smartphone verrà spesso rimpiazzato da un device — gli occhiali — più immediato, più comodo: basti immaginare di poter guardare un monumento per conoscerne subito la storia o intrattenere una conversazione con un assistente immediato che sa tutto oppure prendere appunti durante una conferenza senza mai utilizzare le mani.

La vision di un robot che si occupa dei panni, le stoviglie, rifare il letto, tenere la casa al sicuro, è una prospettiva eccelsa. Per chi è cresciuto coi racconti di Asimov o i film distopico-futuristici, rappresenta davvero un sogno.

Il problema è che il sogno non è ancora arrivato.

Da questa settimana i robot NEO sono in pre-order a 20mila dollari oppure con una subscription di 499 dollari al mese. C'è un piccolo dettaglio: ancora non fanno quasi niente di quello che viene mostrato.

Nelle demo infatti, e anche in un video dedicato del Wall Street Journal, è possibile vedere NEO interagire in maniera umana, occuparsi della casa, della cucina, dei panni, ecc., ma tutte quelle scene sono telecomandate, a parte due: una in cui recupera un piatto sporco e un'altra in cui apre la porta di casa per fare entrare un ospite — se posso dire, con molta poca destrezza, più simile a come aprirebbe la porta una persona tremendamente anziana.

Quando si tratta di vendere sogni Elon Musk è un maestro: durante il suo evento "We, Robot" tutti gli Optimus non solo erano telecomandati ma anche le voci provenivano da dozzine di uomini chiusi in uno stanzino accanto. L'evento fece subito notizia per la naturalezza delle conversazioni, ma non ci volle tanto prima che il pubblico si rendesse conto che si trattava di una messa in scena. In quel caso Tesla non si peritò nemmeno di comunicare che era tutto falso, perché doveva vendere un sogno.

Marques Brownlee, uno dei technologist che stimo maggiormente, lo disse la prima volta nel 2021: "Non comprare mai un prodotto che si basa sulle promesse future. Compra qualcosa per quello che è adesso." Una massima che avrebbero dovuto ricordarsi tutti quando Apple ha venduto l'intera line up di iPhone 16 sulla promessa falsa di un Apple Intelligence che non è mai arrivato, o che arrivato zoppicante — ancora oggi non c'è traccia di Siri AI.

La trappola lato aziende è che questi complicatissimi prodotti intelligenti devono addestrarsi. Riflettendoci, uno dei motivi per cui un'azienda del genere può avere già aperto i pre ordini di un prodotto che ancora non fa il 90% delle azioni promesse, è che deve addestrarlo.

Ma chi te lo compra un robot umanoide per 20mila dollari sapendo che un giorno potrebbe lavorare come proposto nel sogno di quella demo? Se poi si è un minimo in pari con l'avanzamento di queste tecnologie, è risaputo che la "destrezza" e l'utilizzo delle mani sono ancora sfide complesse e non superate nel settore.

Quei pochi dunque che ti compreranno questo esile e sbadato maggiordomo robot — prevalentemente content creator o gente che non ha problemi a giocarsi 20mila dollari — basteranno ad addestrarlo?

Tesla — ma non solo lei — sta facendo la stessa cosa con le flotte di veicoli a guida autonoma: un gruppo di beta tester le usa in città selezionate, dove la viabilità è chiara e semplice, in modo che l'IA interna impari ogni dettaglio della circolazione su strada, e anche tutti gli imprevisti.

In casa però è tutto molto più complicato, esistono infinite versioni di tavoli, tappeti, finestre, penne, padelle — mentre su strada più o meno i semafori sono sempre quelli, e anche le strisce pedonali o i cartelli stradali. La sfida è molto più ardua insomma.

Una volta però venivano presentati nuovi display, computer, smartphone e ti veniva detto che "I pre ordini sono disponibili già da oggi". Tu pre ordinavi e ti arrivava quello che ti avevano mostrato. L'IA ha aperto tutto un nuovo mondo.

La tecnologia è troppo complessa, deve essere addestrata su centinaia di migliaia di utenti, i progressi della ricerca non hanno ancora raggiunto un livello tale da poter promettere e spedire la promessa Così big tech e startup stanno vendendo sogni, promesse che, se vere, cambieranno radicalmente la nostra vita, se false, ci faranno sentire fregati, truffati.

Ricorda quindi: "Non comprare mai un prodotto che si basa sulle promesse future. Compra qualcosa per quello che è adesso." dice Marques Brownlee nel lontano (?) aprile 2021. Ma nel frattempo tifiamo perché tutti questi sogni diventino veri e affinché la scienza avanzi ancora e molto oltre ciò che hanno scritto i più grandi autori del Novecento.

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