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Il Dipartimento di Giustizia vuole che Google venda il suo Ad Exchange

E la cosa cambierebbe il settore dell'online advertising.

In breve:

Si è appena conclusa un'udienza su come risolvere il monopolio (dichiarato illegale ad aprile) di Google nel settore pubblicitario, con una richiesta aggressiva da parte del DOJ: Google deve vendere il suo ad exchange, una parte del sistema di scambio annunci tra inserzionisti e editori. Google invece vuole propone di fare modifiche interne, senza dover vendere tutto.

Riassunto completo:

  • Un'udienza tra il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e Google si è conclusa, per determinare i rimedi per il monopolio illegale di Google nel software per la pubblicità online.
  • In aprile, il giudice federale Leonie M. Brinkema aveva già stabilito che Google aveva violato la legge antitrust, monopolizzando gli strumenti per gli editori e il software di transazione nel settore dell'ad tech.
  • Il Dipartimento di Giustizia ha proposto misure aggressive, inclusa la vendita forzata del sistema di scambio annunci di Google, che connette acquirenti e venditori di spazi pubblicitari.
  • Google ha controbattuto che il piano del governo è troppo complesso e potenzialmente dannoso per gli editori, suggerendo invece modifiche interne per migliorare l'interoperabilità con i prodotti dei concorrenti.
  • Dipendenti di Google hanno evidenziato la complessità di separare i suoi sistemi, mentre esperti del governo hanno affermato che il trasferimento dell'ad exchange a un nuovo proprietario è fattibile.
  • Diverse aziende concorrenti, come PubMatic ed Equativ, hanno sostenuto la proposta del governo, affermando che solo una scissione strutturale può impedire il mantenimento del dominio di Google.
  • Il giudice ha precedentemente manifestato la possibilità di una scissione e, a conclusione dell'udienza, ha suggerito alle parti di considerare un accordo.

Te lo spiego meglio

Il sistema di ad exchange di Google è una piattaforma che gestisce le aste pubblicitarie in tempo reale, mettendo in contatto chi vende spazi online, come editori e siti web, con chi li acquista, cioè inserzionisti e agenzie. Il punto centrale della causa del Dipartimento di Giustizia statunitense è che Google controlla contemporaneamente tutti i livelli di questo mercato: la piattaforma usata dai siti per vendere gli spazi (Google Ad Manager), quella usata dagli inserzionisti per comprarli (Google Ads e DV360) e la borsa centrale dove avviene la transazione (Google AdX). In questo modo, l’azienda agisce di fatto come arbitro e partecipante nello stesso gioco, potendo favorire i propri interessi a scapito di concorrenti e editori indipendenti. Per questo il DOJ chiede che Google sia obbligata a vendere la parte più critica della sua infrastruttura pubblicitaria, ovvero l’ad exchange, per ridurre il conflitto d’interessi e ristabilire condizioni di concorrenza più eque nel mercato della pubblicità digitale.

Questo testo è un riassunto del seguente articolo (eng): The New York Times

Alternativa in italiano: non pervenuta

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