In breve:
Il gadget AI Rabbit R1, dopo uno dei lanci più deludenti dell'ultimo anno, è tornato, ha appena rilasciato RabbitOS 2: un software completamente riscritto da zero. La novità principale sono le "Creations", che permettono agli utenti di di creare app personalizzate dentro il dispositivo tramite vibe-coding.
Riassunto completo:
- Il Rabbit R1, un dispositivo di intelligenza artificiale molto atteso al CES 2024, ha ricevuto critiche negative al lancio per il software difettoso e le funzionalità incomplete.
- A differenza del suo rivale, Humane, che ha cessato l'attività, Rabbit ha rilasciato RabbitOS 2, un aggiornamento software significativo per migliorare l'esperienza utente.
- RabbitOS 2 introduce un'interfaccia riprogettata con schede colorate, abilitando il display touchscreen per la navigazione e permettendo di trascrivere memo vocali offline.
- La funzionalità chiave dell'aggiornamento è "Creations", che consente agli utenti di creare app personalizzate per il R1 semplicemente descrivendole a un agente di intelligenza artificiale chiamato "Intern", senza richiedere competenze di programmazione.
- Jesse Lyu, CEO di Rabbit, ritiene le Creations una caratteristica distintiva che differenzia il R1 dagli smartphone, consentendo la condivisione delle app tramite Rabbithole, un hub online, o codici QR.
- Tra le sfide principali vi è la riluttanza degli utenti a portare due dispositivi e la sfiducia nell'affidare all'intelligenza artificiale funzioni sensibili, come quelle bancarie; inoltre, non esiste un modello di guadagno per i creatori di app.
- Rabbit punta a un cambiamento generazionale entro il 2027 e deve competere con aziende come OpenAI, che ha acquisito la startup di design hardware di Jony Ive, e altri produttori di smartphone che integrano funzionalità di intelligenza artificiale nei loro dispositivi.
Cosa è successo con Rabbit R1?
Quando Rabbit presentò l’R1 al CES 2024, ci fu un’esplosione di hype: un dispositivo arancione disegnato dall'azienda svedese Teenage Engineering che prometteva di “fare le cose al posto tuo” grazie a un’IA capace di pensare e agire autonomamente. Le prenotazioni volarono oltre 100.000 unità in pochi giorni e i social impazzirono per quello che sembrava il primo vero “AI companion”. Ma al lancio, ad aprile, tutto crollò. Le recensioni rivelarono che l’R1 era in realtà un telefono Android semplificato, privo delle funzioni promesse. Il colpo di grazia arrivò dal video di Marques Brownlee, che lo definì “il peggior prodotto dell’anno”, innescando un’ondata di delusioni e richieste di rimborso. Rabbit cercò di difendersi parlando di “beta pubblica”, ma ormai la fiducia era svanita e l’R1 divenne il simbolo del primo grande flop dell’hype sugli assistenti AI.
Questo testo è un riassunto del seguente articolo (eng):

Alternativa in italiano: non pervenuta