La riflessione che voglio portare alla luce oggi mette in dubbio lo stesso concetto di sito web, ma facciamo un passo indietro.
Scala di grigi, barra laterale, un campo di testo al centro incalza la scritta: "Ask anything". ChatGPT ha aperto le danze, ma Gemini, Claude, DeepSeek, chiunque abbia ambizione di considerarsi un chatbot degno di nota, ha riprodotto quel layout oramai iconico, sostituendo giusto la scala di grigi con la propria palette.
L'umanità quindi sta imparando a conversare con un'intelligenza, qualcosa di simile a un essere umano ma non ancora del tutto; da amare nei momenti di bisogno, da odiare quando sbaglia, da insultare quando risulta stupido o non in grado. Qualcosa che stiamo imparando a conoscere e che ci entusiasma e ci spaventa.
Sono molto impressionato dalla vision di OpenAI: ogni volta che condivido un articolo su progetti o funzionalità nuove mi sembra che tutto sia sempre perfettamente pensato all'interno di un quadro più grande che è come navigheremo internet tra X anni.
Come dicevo all'inizio, il punto è che sto mettendo in dubbio lo stesso concetto di sito web; oggi siamo abituati ad andare a cercare le fonti che ci interessano ma domani queste non solo ci verranno consegnate, ma verranno elaborate e qualcuno al posto nostro — un agente AI — ci potrà interagire.
Questo cambia completamente anche lo stesso layout di un browser: perché avere schede aperte? Perché cercare un certo sito web? In un mondo digitale (e non) fatto di conversazioni con un'intelligenza artificiale, perché dovrei visitare Booking, Trip Advisor o Wikipedia?
Perché disegnare un sito responsive, pensato per adattarsi ad ogni dimensione di viewport, quando i miei contenuti vengono estratti e presentati in forma di testo, audio o video all'interno di contenitori completamente nuovi? Se in futuro sarà sempre un agente AI a navigare per noi e "tornare indietro con il bottino", non diventerà forse che i siti web andranno disegnati per gli agenti e non più per noi?
Qual'è una motivazione — anche solo una — per la quale dovremmo continuare a sviluppare siti web per esseri umani? Perdersi nel design dell'header, il dark mode, il responsive per mobile e tablet, ecc. quando i contenitori e visitatori cambieranno. Qual'è anche solo un esempio di sito web (non chatbot) che tra dieci anni varrà la pena visitare?
Internet sta sfornando una nuova internet: quelli che a noi oggi sembrano solo dei chatbot conversazionali, diventeranno il centro nevralgico, che fino ad oggi è stato dominato dalla homepage di Google e dalla barra di ricerca. Non c'è più barra di ricerca perché è un agente ad utilizzarla, non c'è più ricerca di siti web da visitare perché non si rende più necessario visitarli.
Immaginate un villaggio: prima c'erano tanti negozi dai quali recarsi in prima persona ma adesso c'è un capovillaggio al centro che risponde a ogni domanda e ti fornisce tutto ciò di cui hai bisogno.
I browser insomma cambieranno, e il W3C si evolverà verso esperienze di navigazione migliori, soprattutto per chatbot e agenti AI. Ma non solo, qualsiasi interfaccia cambierà: si pensi all'interfaccia di una smart TV, a un automobile o al totem di un museo. I contenuti non sono più sfogliabili ma sono sfogliati secondo direttive espresse in linguaggio naturale.
Da UX Designer di software posso solo immaginarmi una rivoluzione delle interfacce: la nostra domanda non sarà più "Come disegno il miglior sito per questo target di utenti?" ma "Come lo faccio per un agente AI che interagisce con quel target di utenti?", mentre chi sarà incaricato di disegnare i chatbot si chiederà "Come disegno una conversazione tra due intelligenze?"
Quello che penso è che non usciremo più dal contenitore di ChatGPT, Gemini o Claude e che la nuova internet la costruiremo lì dentro.