In breve:
La NASA sta passando da usare solo i propri satelliti per trasmettere dati tra Terra, Luna e Marte, ad acquistare questi servizi da aziende private. Oggi le comunicazioni dipendono da sonde già in orbita, come Mars Reconnaissance Orbiter e MAVEN, che però stanno invecchiando e non dureranno per sempre. L’idea è creare un mercato dove più operatori offrano servizi e la NASA sia un cliente, non il gestore diretto delle infrastrutture.
Riassunto completo:
- NASA sta passando dall'uso di propri satelliti relay all'acquisto di servizi di connettività commerciale per le comunicazioni nello spazio profondo.
- Questa strategia mira a sostituire l'attuale rete di relay, composta da orbiter come Mars Reconnaissance Orbiter e MAVEN, per le missioni su Marte e Luna.
- Gli asset attuali di NASA, sebbene funzionanti, non sono una soluzione permanente e invecchieranno, con MAVEN previsto fino ai primi anni 2030.
- Un RFP (Richiesta di Proposta) rilasciato a luglio 2024 ha richiesto studi per una "trunkline lunare" (Luna-Terra) e comunicazioni end-to-end per Marte (superficie-orbita-Terra).
- L'obiettivo è creare un "marketplace interoperabile" dove NASA possa essere cliente dei servizi di comunicazione, non proprietario-operatore.
- Blue Origin ha svelato un Mars Telecommunications Orbiter, basato sulla piattaforma Blue Ring, per supportare le missioni su Marte a partire dal 2028.
- Rocket Lab ha promosso il proprio concetto di orbiter per le comunicazioni marziane, quale elemento chiave per la campagna Mars Sample Return.
- Nel 2024, NASA ha finanziato 12 studi commerciali brevi, inclusi tre per servizi relay di nuova generazione a SpaceX, Lockheed Martin e Blue Origin.
Questo testo è un riassunto del seguente articolo (eng):
NASA has sparked a race to develop the data pipeline to Mars | TechCrunch
SpaceX, Blue Origin, and Rocket Lab are competing to become the de facto comms provider for Mars.

Alternativa in italiano: non pervenuta