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Parliamo davvero di sentimenti

Questo testo ho soltanto iniziato a scriverlo e poi ha deciso lui.

Oggi mi trovo a Vienna. Nel tragitto in treno verso l'aeroporto ho voluto (ri?)leggermi la storia dell'impero austro-ungarico per cercare di capire che cos'è Vienna oggi.

Camminando per le strade è difficile etichettare l'architettura viennese perché l'impero è stato uno dei mosaici etnici più variegati degli ultimi secoli, con cechi, slovacchi, ungheresi, italiani, croati, serbi, ebrei, rumeni, tedeschi, polacchi, la cui diversità è stata la causa stessa della caduta.

Sembra finto ma mentre scrivo su questa tastiera, un paio di mani molto più talentuose delle mie, qualche appartamento più in là, hanno appena iniziato a suonare Chopin senza sbagliare mai, anzi, è molto difficile per me continuare a scrivere adesso.

È passato qualche minuto, il Notturno Op. 9 N. 2 di chiunque sia capitato proprio adesso, mentre mi trovo chino su questo tavolo tondo a scrivere l'editoriale della settimana, è stato perfetto. Non solo senza errori, ma con il timbro di qualcuno che posso solo immaginare, forse di donna, forse di bambino.

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