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SpaceX costruirà data center in orbita bassa

Un altro trend in fortissima crescita.

In breve:

I satelliti attuali già gestiscono dati, ma la prossima fase vedrà l'uso di satelliti più grandi. I satelliti Starlink V3 di SpaceX avranno una capacità di 1 Tbps, dieci volte superiore ai V2 mini, quindi adatti a ospitare data center. SpaceX prevede di lanciare circa 60 di questi satelliti per ogni Starship entro il 2026.

Riassunto completo:

  • Il concetto di data center nello spazio sta attirando l'attenzione, con i leader tecnologici che potrebbero indirizzare investimenti significativi verso tale settore.
  • I satelliti attuali svolgono già funzioni di archiviazione, elaborazione e trasmissione dati; i centri dati spaziali rappresentano la prossima evoluzione di queste capacità.
  • L'implementazione di centri dati spaziali richiederebbe satelliti molto grandi e pannelli solari estesi per competere con le infrastrutture terrestri.
  • I satelliti Starlink V3 di SpaceX sono considerati una tecnologia chiave per questa evoluzione, diversi dalle precedenti tecnologie spaziali.
  • La capacità di downlink dei satelliti Starlink V3 è attesa a 1 Tbps, un aumento di dieci volte rispetto ai 100 Gbps dei modelli V2 mini.
  • SpaceX prevede di lanciare circa 60 satelliti Starlink V3 per ogni razzo Starship, potenzialmente entro la prima metà del 2026.
  • Questa capacità su larga scala è descritta da Caleb Henry, direttore di ricerca presso Quilty Space, come senza precedenti nell'industria satellitare.

Non solo Musk

Diverse startup, come Starcloud, hanno iniziato ad investire in questo settore e l'idea ha attirato anche l'interesse dei magnati della tecnologia. A maggio, è emerso che l'ex amministratore delegato di Google Eric Schmidt ha acquisito Relativity Space grazie al suo interesse per i data center spaziali. Poi, all'inizio di questo mese, il fondatore di Amazon Jeff Bezos ha previsto che data center su scala gigawatt saranno costruiti nello spazio entro i prossimi 10-20 anni.

Che vantaggi hanno?

I data center in orbita sono veri e propri server installati su satelliti, progettati per elaborare e archiviare dati direttamente nello spazio anziché sulla Terra. Funzionano grazie a sistemi di raffreddamento passivi (sfruttando il freddo dello spazio), pannelli solari per l’alimentazione e collegamenti ottici o radio per trasmettere i dati alle stazioni terrestri. Sono considerati convenienti perché riducono i costi energetici legati al raffreddamento, offrono latenza più bassa per le comunicazioni globali, e garantiscono maggiore sicurezza fisica (difficili da attaccare o danneggiare). Inoltre, potrebbero ridurre il consumo di acqua e l’impatto ambientale rispetto ai data center tradizionali.

Questo testo è un riassunto del seguente articolo (eng):

Elon Musk on data centers in orbit: “SpaceX will be doing this”
“We could see another transformation of what’s done in space.”…

Alternativa in italiano: non pervenuta

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