In breve:
S&P Global ha abbassato la valutazione di solidità della stablecoin USDT, accusando Tether di aver aumentato troppo l’esposizione a investimenti rischiosi, come Bitcoin e oro, e di offrire poca trasparenza su come gestisce le sue riserve. Secondo S&P, se questi asset perdessero valore, USDT potrebbe non avere più abbastanza garanzie a copertura. L’agenzia segnala anche problemi con i rimborsi. Tether respinge le critiche, definendole superate e sostenendo di aver sempre onorato il redeem dei token.
Riassunto completo:
- S&P Global Ratings ha ridotto il rating di stabilità della stablecoin Tether (USDT) a "debole", dal precedente "limitato".
- Il declassamento è dovuto all'aumento dell'esposizione delle riserve di USDT ad asset ad alto rischio nell'ultimo anno, insieme a una limitata trasparenza.
- Tra gli asset citati figurano Bitcoin, oro, prestiti garantiti e obbligazioni societarie.
- Bitcoin rappresenta ora circa il 5,6% dell'USDT in circolazione, superando il margine di sovracollateralizzazione del 3,9%.
- Ciò indica che un calo del valore di Bitcoin, unito a una diminuzione del valore di altri asset ad alto rischio, potrebbe portare USDT a essere sottocollateralizzato.
- S&P ha anche evidenziato una trasparenza limitata sulla gestione delle riserve, nessuna segregazione degli asset e restrizioni sui riscatti diretti di USDT.
- Tether ha espresso disaccordo con il rapporto, sostenendo che applica un framework obsoleto e non tiene conto della resilienza e trasparenza di USDT, aggiungendo di non aver mai rifiutato un riscatto.
Quindi cosa implica?
Il declassamento di S&P rende Tether meno “credibile” agli occhi del mercato: significa che USDT viene considerato più rischioso e meno solido come versione digitale del dollaro. Questo può portare banche, aziende e investitori più prudenti a usare meno USDT e magari passare a stablecoin concorrenti. In pratica aumenta la paura che, se ci fosse un momento di panico, Tether possa fare più fatica a rimborsare tutti.
Il volto italiano
Il CEO di Tether è Paolo Ardoino, software engineer italiano (di origine ligure) con un'esperienza lunghissima nel mondo cripto. Oggi è una delle voci più ascoltate in ambito cripto in Italia ed è miliardario. Ha anche fondato Bitfinex, che è il secondo exchange al mondo per numero di bitcoin conservati nel wallet.
Questo testo è un riassunto del seguente articolo (eng): Bloomberg
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