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Dovremmo tutti comprare i Meta Ray-Ban Display?

Ok, stiamo assistendo a qualcosa di diverso.

Mercoledì 17 settembre. Mark Zuckerberg si trova in una stanza backstage, lo vediamo indossare degli occhiali, esce dalla stanza, saluta alcune persone — tra queste notiamo Diplo, dj acclamatissimo, di recente hanno corso insieme e un evento Diplo's Run Club. Arriva sul palco, presenta quelli che sembrerebbero soltanto la nuova generazione di Meta Ray-Ban, ma questa volta hanno un display proiettato sulla lente, una specie di mini telefono in sovrimpressione. Al polso è possibile notare un braccialetto neurale che serve a identificare gli impulsi elettrici dei movimenti delle dita. Non è solo la nuova generazione di Meta Ray-Ban, è il primo passo verso un'era dominata dai wearable.

Ho consumato ogni tipo di video su questi occhiali — ho anche apprezzato molto i vari vlog del nostro italiano Jakidale, che ci ha mostrato nelle sue storie Instagram, fra le tante cose, gli headquarters di Meta, simili a un piccolo villaggio con edifici e stradine. Il mio primo pensiero è stato il solito: tecnologia cutting-edge? Chissà quando arriverà da noi. Non è vero: i Meta Ray-Ban Display sono già disponibili anche in Italia, a partire da 419€.

Se c'è una cosa che ripeto incessantemente su Morning Tech, è che i wearable conquisteranno l'esperienza d'uso dei prodotti digitali. Da User Experience Designer, trovo che fissare una tavoletta digitale (lo smartphone) con lo sguardo chino, cercare cioè di portarsi dietro un computer incapsulato in un oggetto a forma di tavoletta (che sia pieghevole, spesso, fine, indistruttibile, trasparente, chi più ne ha più ne metta) è semplicemente sbagliato.

L'unico motivo per cui lo facciamo è che la tecnologia non è pronta, ma come scrivevo in un editoriale di qualche mese fa, anche il pubblico non lo era. Parlo dei tempi dei primi Google Glass, la gente non apprezzava incontrare una persona per strada con una telecamera in testa, ma quei giorni sono passati.

Insomma, i wearable hanno banalmente molto più senso. Ti permettono di non stare chino su un mini computer, "condividono" la tua esperienza digitale con lo spazio circostante, con lo sguardo alto. È vero, puoi sempre perderti nella sua interfaccia, ma penso che non esisterà mai un prodotto, digitale o non, che non rischi di catturare eccessivamente la tua attenzione, e la possibilità di potersi relazionare con lo spazio circostante, con gli occhi che guardando il mondo fuori, sicuramente aiuta, oltre che rendere l'esperienza molto più comoda e molto più fluida.

Detto ciò, li dovremmo comprare? Mmm, probabilmente no, almeno non adesso.

Ci sono ancora dei downside non da poco, ma l'ultimo di cui voglio parlare è quello che forse ritengo il più importante.

Partiamo dall'interfaccia: ancora non è fluida. Non è come utilizzare un iPhone o una qualsivoglia UI animata e reattiva. C'è ancora un po' di latenza, il sistema operativo è appena nato, ed è disegnato intorno a un prodotto completamente nuovo, in cui gli impulsi elettrici dei muscoli della tua mano diventano parte di quello che per il computer sarebbe il mouse.

In questo ambiente "giovane", le app sono completamente nuove. Non esiste un app store come quello di Apple o Android, tutto è stato appena concepito e disegnato al millimetro per questo tipo di occhiali. Per fare un esempio, anche le mappe non si appoggiano a sistemi rodati e storici come può essere Google Maps ma troverai Meta Maps.

La telecamera è buona ma non è proprio paragonabile agli smartphone di oggi, anzi il livello è quello di una linea iPhone di 5 o 6 anni fa. In molti poi hanno riportato un ritardo tra quando premi "capture" e lo scatto della foto.

A tutto questo si aggiunge il fatto che circa la metà delle app presenti sui Meta Ray-Ban Display sono dipendenti dallo smartphone. Gli occhiali ad oggi si posizionano come un estensione del tuo telefono.

Questo significa che non sono validi? Sono validi, eccome, ma prima di approfondire questo tema parliamo di quello che io considero il più grande tassello mancante: non sono ancora AI-centered.

L'esperienza diventerà davvero sublime e all'altezza di un prodotto rivoluzionario quando qualsiasi azione sarà gestita da un agente AI che si interfaccia con te come Samantha in "Her" o HAL in "2001, Odissea nello spazio", concedetemi le citazioni.

Chi ha visto "Her", sa bene quanto Samantha suoni umana, e noi siamo ancora molto lontani da quello, ma il punto non è il suo livello di sentimenti, espressività o di inquietudine interiore — io mi riferisco al sistema operativo. Il quadrante dei Meta Ray-Ban Display è ancora una "lista" di app che devi sfogliare e scegliere proattivamente.

Il processo decisionale che ti porta a voler scattare una foto o cercare un certo file o mandare un messaggio all'amico, rimane ancora chiuso nella tua mente. La vera svolta arriverà quando quel processo sarà condiviso con un agente AI che ti assiste in tutto e per tutto, che ti comprende, che ha la tua stessa visione del contesto, se non ancora maggiore — e noi sappiamo, ascoltando le dichiarazioni di OpenAI, Meta e Google, che loro stanno lavorando per andare in quella direzione.

Quindi potrai camminare per strada e parlare con il tuo agente AI, potrai chiamarlo anche Samantha, e lei ti conoscerà e capirà quando chiederti se vuoi contattare una certa persona, o se preferisci che tutti gli appunti che hai preso oggi in un meeting siano organizzati come piace a te e poi caricati sul tuo tool preferito, magari condivisi con quel collega che sta seguendo lo stesso cliente.

Per me i wearable del futuro avranno la forma che stanno cercando di prendere i browser come Comet: invece che aprire le tab, i segnalibri, navigare attivamente il web, interagisci con un agente e poi è lui che ti porta a braccetto dove vuoi, magari smazzandosi il lavoro sporco dove possibile. Mi aspetto lo stesso dalle prossime generazioni di questi occhiali: comprensione del contesto, dello spazio circostante, di chi indossa gli occhiali, e un approccio ai task completamente agentico.

Ha senso comprare i Meta Ray-Ban Display oggi? Solo se sei un nerd probabilmente, e vuoi vivere questo momento (che io ritengo storico). Se invece vuoi essere sicuro di avere un prodotto che non sia solo una curiosità intellettuale ma che ti cambi davvero la vita, allora dobbiamo aspettare ancora qualche annetto.

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