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L'IA sta mangiando il lavoro dei junior e della Gen Z, ma per poco

"Se lo può fare l'IA, perché devo pagare un junior?"

Mi spiego meglio. Stiamo assistendo a un fenomeno "transitorio", una piccola bolla che sta chiudendo le porte ai lavori entry-level e agli apprendisti delle aziende tech, studi legali, studi di commercialisti, ecc.

"Transitorio" è un aggettivo che vale solo se le aziende si innovano davvero, cosa non del tutto scontata in Italia.

A sollevare la questione — fra tanti — è Aneesh Raman, vicepresidente di LinkedIn per le opportunità economiche, che dice che «se la carriera è una scala, stiamo spezzando il primo gradino», in un editoriale sul New York Times pubblicato qualche giorno fa.

L’avvento dell’IA sta ridisegnando il mercato del lavoro, ponendo una sfida tutta nuova ai lavori entry-level – quei ruoli di primo ingresso tradizionalmente riservati ai giovani neoassunti o neolaureati. Per decenni queste posizioni junior hanno rappresentato un “rito di passaggio” fondamentale: dai tirocinanti in finanza ai praticanti negli studi legali, i giovani hanno imparato sul campo svolgendo mansioni di base prima di avanzare in carriera. Oggi però quei compiti noiosi sono automatizzabili, anche abbastanza facilmente, dall'intelligenza artificiale.

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